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Lorenza Farina racconta “La casa che guarda il cielo”

Conoscere per non dimenticare

La prima volta che “ho conosciuto” Anna Frank, la ragazzina ebrea, diventata simbolo della Shoah, avevo 12 o forse 13 anni e ho condiviso il suo essere adolescente: i suoi sbalzi d’umore, la sua voglia di diventare grande, il suo bisogno di avere un’amica cui confidare anche le cose più intime. Quando mi è stato proposto di scrivere un romanzo su Anna Frank, rivolto a lettori dai 9 anni in su, confesso che ho provato un sentimento misto di paura e di grande responsabilità.
Per non rischiare di ripetere storie già scritte, ho cercato di dare un taglio originale al racconto, offrendo un punto di vista diverso, insolito, intrecciando realtà storica e fantasia.
Sono partita dall’idea che ogni casa avrebbe molte cose da raccontare su chi la abita o l’ha abitata. Ecco, quindi, che i luoghi reali diventano luoghi immaginari, offrendo scenari inediti su vicende interiori e brandelli di vita quotidiana.
La casa di Amsterdam, in Prinsengracth 263, dove Anna trovò rifugio per due anni insieme ai suoi sventurati familiari e compagni, perseguitati dai nazisti perché ebrei, è il narratore emozionato e partecipe della fiduciosa attesa, dei momenti di paura e di labile serenità, della crescita e della maturazione di Anna.

L’Alloggio segreto in fondo siamo noi che, attraverso il racconto, entriamo in punta di piedi in quelle stanze umide e anguste, scoprendo sentimenti, emozioni, esperienze perdute e recuperate. Come la casa narratrice, anche noi ci mettiamo nei panni degli otto clandestini, viviamo e partecipiamo in prima persona al loro dramma.
La casa, oggi diventata museo, sembra non avere più pareti, aperta a chiunque voglia visitarla. Si lascia guardare e si protende verso il cielo come i rami dell’ippocastano che Anna ammirava dalla finestra della soffitta. Ecco il significato del titolo dato a questa avvincente narrazione.

Lorenza Farina

Lorenza Farina è nata a Vicenza, dove lavora come bibliotecaria. Le piace scrivere storie che fanno divertire, ma anche riflettere. Ha pubblicato una ventina di libri, tra romanzi, racconti, fiabe e filastrocche, con i quali ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti. Ma il premio più grande è quello di svegliarsi la mattina con una nuova storia da raccontare.

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