fbpx
Skip to main content

Il pagliaccio che diventò triste

Referente: Maya Battaglia

Scuola: Ic Leopoldo II di Lorena – grosseto
Classe: Sezione eterogenea

Il progetto di plesso che accompagna le attività della scuola dell’infanzia “I MELOGRANI” per l’anno scolastico 2022/23 è “I libri sono ali che ci aiutano a volare” , all’interno di questo progetto nasce la voglia di partecipare al presente concorso.

Con i bambini, delle tre sezioni che compongono la nostra scuola, che hanno un età compresa tra i 3 e i sei anni, abbiamo lavorato molto sull’ascolto e la produzione di storie e favole. La storia che presentiamo per kamischibai nasce da un racconto fatto dai bambini, le insegnanti hanno aiutato nella stesura del testo scritto e nella bozza dei disegni. I bambini hanno poi disegnato e colorato i disegni con due tecniche pittoriche, con le matite le figure principali e con gli acquerelli gli sfondi.

I bambini non solo hanno inventato la storia ma hanno dato anche un significato molto profondo alla storia che in essa non si legge, ritenendo che il pagliaccio si sentiva triste perché temeva che la felicità non sarebbe più tornata nel suo cuore ma la signora dolce e anziana lo aveva aiutato.

 

Questa nostra storia parla di un pagliaccio, un buffissimo pagliaccio, simpaticissimissimissimo pagliaccio. Questo pagliaccio viveva in un grande circo con elefanti, tigri, leoni e tanti altri personaggi, ma soprattutto tanti amici. Il nostro pagliaccio era tanto amato dai bambini.
Aveva il viso bianco come latte, le gote, bocca e naso rossi come un pomodoro e occhi vispi cerchiati di blu. Sulla testa una massa di riccioli arancioni e sopra un cappello di colore verde. Indossava una camicia gialla che copriva il pancione e una giacca blu con un taschino dal quale spuntava una margherita gialla che spruzzava acqua a chi si avvicinava, pantaloni verdi e lunghe scarpe nere.
Cosa più importante, il pagliaccio, aveva un contagioso sorriso per tutti i bimbi, ma, anche per gli adulti. Ogni volta che entrava nella pista del circo ai bimbi venivano le lacrime agli occhi dal gran ridere. Dopo lo spettacolo tutti i bimbi lo volevano salutare ed abbracciare. Il pagliaccio era veramente felice. Una sera salutati i bambini, era molto stanco, ed andò subito a dormire.
Mentre dormiva ebbe un incubo: lui nella pista del circo e i bambini che invece di ridere gli urlavano - buu, vai via! e gli tiravano pomodori, bucce di banana... il pagliaccio si svegliò spaventato. TRISTE si alzò e andò allo specchi, guardò e si vide TRISTE, provò a sorridere, ma era TRISTE. Quella sera non riuscì a far ridere i bambini.
Il pagliaccio era davvero TRISTE e diventava sempre più TRISTE. Il direttore del circo e i suoi amici cercavano di consolarlo con barzellette, solletico, scherzi, regali… andò persino dal dottore, ma neanche un sorriso. Perfino il fiore nel taschino era diventato moscio e non spruzzava più acqua. Decise di prendere tutte le sue cose, salutare gli amici e abbandonare il circo.
Camminò per ore finché stanco, vide un sasso e vi si sedette piangendo. Una dolce vecchina allegra lo vide e chiese: -Perché piangi? Dovresti essere allegro. Così non farai divertire nessuno. -È questo il problema! E le raccontò la sua storia. -Oh tutto qui! Ho io il rimedio ed è semplice… -Non è possibile, ci hanno provato in tanti, ma nulla. NON C’E’ RIMEDIO Rispose piangendo.
-Ascoltami bene! Insistette la vecchina -Chiudi gli occhi. Forza, chiudi gli occhi Ripeté vedendo che il pagliaccio esitava -Ora immagina i bambini che ridono, ridono, RIDONO sempre più forte Il pagliaccio provò. -Non ci riesco, li vedo tristi.
-Prova ancora! Replicò la vecchina. Il pagliaccio riprovò, riprovò e riprovò ancora ed alla fine scoppiò in una grande risata, riaprì gli occhi e …. … Stupito urlò -Sto ridendo! Grazie, grazie! Ora posso tornare al mio circo.
Salutò la vecchina e si incamminò verso il circo. Il fiore nel taschino aveva rialzato la sua corolla e spruzzava acqua all’impazzata dalla felicità.
Al circo tutti furono contenti del suo ritorno e quando fece il suo spettacolo tutti i bimbi risero a crepapelle. Il pagliaccio era finalmente guarito dalla sua tristezza e ogni volta che gli venivano in testa pensieri tristi chiudeva gli occhi e pensava fortemente alle risate dei bambini.