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Amici per sempre

Referente: ILARIA ROSSINI

Scuola: ISTITUTO COMPRENSIVO "G ELIA LUTZU" – sassari
Classe: Sezione eterogenea

 Quest’anno la sezione C della nostra scuola dell’infanzia ha adottato un kamishibai per dare nuova vita alle narrazioni e allo storitelling e quindi per stimolare i bambini verso il racconto in una prospettiva diversa. La nostra storia “amici per sempre” nasce dalla esigenza di raccontare delle storie nuove. Essendo una sezione eterogenea di 3, 4 e 5 anni, dopo aver scelto i personaggi e le ambientazioni, i bambini, hanno inventato la storia, individuato le sequenze del racconto e disegnato e colorato le tavole in fogli A3, ognuno di loro ha dato il proprio contributo. E’ stato un momento importante per riflettere su alcuni concetti: la presenza in sezione di due bambini stranieri, che non parlano la nostra lingua, ha stimolato la sensibilità dei bambini sulla diversità linguistica e sulla amicizia.

In un paese tutto colorato, con case, rosse, viola, marrone, blu, verde, giallo, veniva il buonumore nel vedere così tanti colori.
In questo paese vivevano dei bambini molto amici tra di loro, si chiamavano: Miriam con i capelli ricci e neri; Augusto un bambino che portava sempre un cappello sui capelli ricci e marroni e i due fratellini Stefan e Sofia dai capelli biondi. Tutti i giorni i quattro amici giocavano a nascondino per le vie del paese e si divertivano un mondo.
Un giorno, i bambini, si allontanarono troppo dal paese e arrivarono in un bosco magnifico con tantissimi fiori, piante giganti, più grandi di loro e pensarono di nascondersi tra i fiori.
Mentre giocavano Miriam vide un RAZZO SPAZIALE, e chiamò i suoi amici: “Venite c’è un razzo spaziale!” Gli amici rimasero sorpresi. Augusto disse: “Venite, entriamo”. Appena entrarono le porte si chiusero, ed il razzo partì. I bambini erano felicissimi di partire ma ad un certo punto il razzo si fermò e atterrò.
Scesero dal razzo e si ritrovarono in un pianeta tutto bianco abitato da strane persone con le orecchie da gatto, le mani blu e i piedi arancioni. Il capo si avvicinò ai bambini e gli disse: “OAJGDASHDGASDFavdsvsdgbs” i bambini non lo capirono ma l’alieno continuò nella sua lingua… Augusto disse:” Proviamo a fare un disegno e fargli capire che noi vogliamo tornare a casa!”
Augusto disegnò la sua casa per terra sulla sabbia bianca. Con l’aiuto del disegno il capo degli alieni capì che i bambini volevano tornare a casa.
Gli alieni entrarono sulla navicella spaziale e con un gesto chiamarono i bambini dentro la navicella. In pochissimo tempo i bambini tornarono a casa. Il capo degli alieni era felice di aver aiutato i bambini a tornare a casa.
Augusto fece un regalo all’alieno: disegnò i quattro amici e il loro nuovo amico dentro un grande cuore in segno di amicizia. Ora l’alieno aveva imparato la strada per andare a trovare i suoi nuovi amici e passare del tempo con loro perché per essere amici non è necessario parlare la stessa lingua ma volersi bene.